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Non abbandonare i tuoi sogni. L’equilibrio della leadership femminile è interiore. “Guerriera ardita … di qual sia cavalier non teme intoppo”

L’equilibrio della leadership al femminile è interiore, ma ha il grande beneficio di espandersi all’esterno, migliorando il nostro contesto. Una donna leader equilibrata porta il suo stile negli ambienti che frequenta, fra le persone che ama o semplicemente conosce.

Per oltre cinquantamila anni il valore della donna è dipeso da quanto bene serviva coloro che avevano più potere di lei. L’organizzazione patriarcale infatti ha spesso domandato alle donne di abbandonare i propri sogni in favore degli uomini e dei bisogni della famiglia.

Nei secoli il maschile ha perso il contatto con la propria parte emozionale, con la tenerezza, l’intuizione, l’empatia, la compassione, con il cuore. Non è un caso che per molti manager la difficoltà maggiore non risiede negli aspetti tecnici del lavoro, quanto in quelli relazionali. Gli uomini hanno un assoluto bisogno di riscoprire la loro anima e riportarla nella vita quotidiana.

Un buon leader, donna o uomo, rappresenta inevitabilmente un punto di riferimento per gli altri. È questo il risultato della leadership, influenzare positivamente gli altri.

I veri leader sono coloro che sanno gestire al meglio loro stessi, i loro stati d’animo, le loro risorse interiori, sono coloro che vivono con equilibrio i loro ruoli. Dunque la leadership, prima di essere la capacità di guidare gli altri, è l’abilità di guidare se stessi. Non sarai mai leader di qualcun altro se prima non lo sei di te stessa. Essere un leader richiede un senso di dedizione verso se stessi  i propri valori, i propri sogni e i propri obiettivi, porta con se alcuni privilegi ma anche tante responsabilità. Infatti più sali più servi! I veri leader sono gli individui che si impegnano per gestire i propri stati d’animo e le proprie emozioni che si assumono la piena responsabilità di chi sono e della propria vita. Anthony Robbins ha dichiarato che il leader è un servitore. La leadership non è un business, la leadership è servire se stessi e gli altri.

La realtà in cui viviamo è dominata da uno stile di leadership che antepone la forza alla dolcezza, la determinazione alla flessibilità, la logica dei numeri alla ragione dei sentimenti. Mi è capitato di conoscere donne leader grintose e agguerrite e dotate di innegabile femminilità e dolcezza. Viceversa uomini capaci di accedere facilmente alle proprie emozioni e condividerle, non di meno combattivi. Nell’Eneide Virgilio definisce Enea un uomo pietoso perché era un guerriero tutto di un pezzo che non nascondeva le lacrime e con occhi ancora umidi afferrava la spada e partiva all’attacco. Questi sono esempi di leadership flessibile.

Il modello di leadership plasmato solo al maschile è rimasto sordo al femminile che avrebbe potuto temperare gli eccessi. Invece il modello forgiato solo dal lato femminile, che emerge da secoli di lotte non ancora concluse, si confonde. Nonostante gli enormi progressi compiuti in tema di pari opportunità c’è ancora una discreta distanza da colmare riguardo l’idea di leadership. È nell’antica Grecia che per la prima volta sentiamo parlare di Amazzoni ed è lo stesso significato della parola che ci fa capire come gli uomini vedevano le donne più battagliere. Amazzone significa priva di seno, infatti secondo diverse fonti si mutilavano la mammella destra per tirare più agevolmente con l’arco. Nell’Eneide Priamo le definiva “uguali ai maschi”.

Riflettiamo su quante donne nei “campi di battaglia” contemporanei si ritrovano a sacrificare la propria femminilità in nome della competizione con i maschi, in primo luogo nel mondo del lavoro.

« guerriera ardita,
che succinta, e ristretta in fregio d’oro
l’adusta mamma, ardente e furïosa
tra mille e mille, ancor che donna e vergine,
di qual sia cavalier non teme intoppo. »

(Eneide, Virgilio)

Dunque l’equilibrio della leadership al femminile è interiore, ma si espande all’esterno, migliorando il contesto che la circonda, gli ambienti che frequenta, le persone che ama o semplicemente conosce.

 

 

3 pensieri su “Non abbandonare i tuoi sogni. L’equilibrio della leadership femminile è interiore. “Guerriera ardita … di qual sia cavalier non teme intoppo””

  1. In Italia per ogni posto di lavoro conta l’età anagrafica e non quello che una persona sa veramente fare. Così aziende prendono segretarie di max 25 anni ( bella presenza ed esperienza ) che non sanno tenere in ordine neanche 10 cartellette e poi si lamentano che in ufficio non si capisce nulla e c’è un casino. Ma continuano così.
    Per la ristorazione idem. Cameriere carine e giovani che non sanno neanche parlare coi clienti. Ma continuano perchè sono carine.
    Questa è la situazione in Italia. E la gente che sa fare bene le cose rimane a casa.
    Io ho lavorato all’estero per due aziende enormi e quando sono arrivata qui in agenxia mi hanno detto: ” lei è troppo qualificata ed ha troppa esperienza”.

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  2. Questa è l’Italia oggi, ma le aziende che puntano sulla bellezza del loro personale sicuramente non raggiungeranno alti obiettivi professionali, perchè la qualità della persona sta proprio nella sua formazione e esperienza professionale.

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