comunicazione e lavoro, Personal Branding

Qual è il tuo progetto narrativo? In una società dove non ci sono più punti fermi la cultura e la qualità sono delle bussole?

In questo tempo che dissolve ogni cosa vecchia e stantia solo ciò che è autentico può salvarsi, rimanere in vita, non svanire e ciò che è autentico può sorgere solo con la collaborazione tra persone e tra discipline.  Oggi fare cultura vuol dire condividere, collaborare, raccontare le proprie storie e ascoltare quelle degli altri, desiderare di imparare quello che ancora non si sa.

È un momento fenomenale in cui vivere, un momento che sta avvenendo una distruzione di tutte le certezze che hanno accompagnato l’umanità. La memoria del passato non è più scontata e la visione del futuro per alcuni è motivo di entusiasmo per altri è simile all’apocalisse.

È avvenuta un’erosione dei punti di riferimento degli spazi sacri, dei riti di passaggio, del linguaggio e dei diritti, quindi ciascuno va alla ricerca delle piccole comunità per trovare un senso di appartenenza o si rinchiude in una bolla che lo faccia sentire al sicuro. Per questo la rabbia e il risentimento sono fenomeni dilaganti.

Oggi dobbiamo scegliere se dare sfogo alle pulsioni o se agire secondo i sentimenti, cioè se rovesciare sugli altri ciò che sentiamo istintivamente, o se trasformarlo in carburante fisico e mentale per agire nel mondo.

Il vecchio e solido mondo sta crollando seguendo un progetto ineluttabile il cui disegno c’è ancora oscuro e per abbandonare ciò che crolla l’unico modo e trovare la porta verso il futuro. Possiamo scegliere di rimanere dove siamo oppure potremo cercare il modo di andare oltre e individuare il modo per raggiungere lo spazio aperto.

È libero solo chi si assume la responsabilità di scegliere secondo i propri desideri.

In una società dove non ci sono più punti fermi, ma possiamo contare solo sulla bussola interiore, come ti senti spaventato o eccitato?

Nel mondo in cui viviamo provare un leggero senso di disorientamento è fisiologico perché tutto quello che non è autentico, meccanico, inconsapevole si frantuma, è destinato a sparire e per costruire è necessaria un’intenzione consapevole. Accade con le relazioni, il lavoro, i progetti personali.

Ogni volta che ci troviamo davanti un prodotto culturale vale la pena chiederci è uno stimolante o un tranquillante? Chi lo ha creato vuole mantenermi nella posizione in cui sono o può aiutarmi a comprendere qualcosa di nuovo?

La cultura non ha niente a che vedere con l’idea di una formazione universitaria regolare, ma con la scelta personale, con la capacità di trovare in ogni cosa uno stimolo per il cambiamento. Dobbiamo far diventare la cultura un agente di cambiamento e uno stimolante.

Non c’è più distanza tra chi ha studiato e chi non lo ha fatto, ognuno ha un profilo sui social network e può interagire con chiunque. Che tu abbia tre lauree o la licenza elementare non conta, ciò che è davvero importante è la tua visione della realtà e ciò può trasparire, almeno in parte, dal modo in cui scegli di condividere la tua vita sui social network.

Non serve aver studiato ieri, serve essere desiderosi di studiare oggi. Mantiene il desiderio chi non si accontenta, chi vuole conoscere di più, chi non sente la propria ignoranza come un limite, chi ha fame di storie, chi non ha paura di nuove narrazioni, chi non vede l’ora di girare pagina.

Oggi fare cultura vuol dire condividere, collaborare, raccontare le proprie storie e ascoltare quelle degli altri, desiderare di imparare quello che ancora non si sa.

In questo tempo che dissolve ogni cosa vecchia e stantia solo ciò che è autentico può salvarsi, rimanere in vita, non svanire, e ciò che è autentico può sorgere solo con la collaborazione tra persone tra discipline. Non ha senso continuare a lamentarsi e a criticare chi agisce in questo tempo, anche a costo di sbagliare. È un tempo in cui è urgente rinarrare la memoria. È concesso non essere precisi perché dobbiamo essere veloci, ma l’importante è  essere follemente innamorati di ciò che facciamo, ciò che scegliamo di raccontare e che ogni progetto lavorativo sia mosso da questo folle amore e diventi un progetto narrativo.

Se sei un professionista è importante fare un personal branding che abbia influenza all’interno di una cerchia di persone. Oggi è importante sviluppare una comunicazione influente, dei contenuti che creano connessioni con le persone e sviluppano anche l’autorevolezza.  Nel personal content marketing devi creare contenuti per attrarre le persone verso di te, per affascinarli, per stimarti come una persona autorevole. 

Se un tempo la società capitalistica ti offriva alimenti ed elettrodomestici, abbigliamento ora ti offre anche cibo per l’anima,  spiritualità, complottismo,  controinformazione, alieni, scie chimiche, ogni genere di teoria ogni genere di vissuto umano. Ciò che sei è ciò che condividi, che pubblichi che metti in mostra e ciò di cui hai bisogno è ciò che puoi comprare. Non c’è niente di cui tu hai bisogno che non sia acquistabile.

La società della performance ha un’offerta per ogni tua domanda, rende ogni tua richiesta funzionale alle leggi di mercato.

La cultura può ritornare a essere uno stimolante e non un tranquillante, una necessità dell’essere umano e non un diversivo. Non sarà più una distrazione da ciò che siamo, ma un modo per conoscersi.

Se quello che hai letto ti è piaciuto, se ciò che ti ho raccontato ti ha incuriosito, se stai cercando soluzioni o piccole rivoluzioni da mettere in atto o, semplicemente, vuoi farmi sapere come gestisci la tua azienda CONTATTAMI. Ti ricontatterò a breve per ASCOLTARTI.

1 pensiero su “Qual è il tuo progetto narrativo? In una società dove non ci sono più punti fermi la cultura e la qualità sono delle bussole?”

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