Post pandemia i nuovi modelli economici dovrebbero mirare alla creazione di benessere e non di ricchezza, dunque crescita zero.
Ci sono due posizioni:
- Chi cerca di capire come riadattarsi al futuro e riadattare le filiera, clienti, vendite, digitale, ecc.
- Chi spera che ritorna tutto come prima.
La fase 2 non sarà uguale per tutti. Dopo la flessione del 30% di marzo, ad aprile i consumi sono scesi del 47% lo rivela lo studio della Confcommercio e solo pochi segmenti hanno evidenziato un indice positivo.
DINAMICHE DI CONSUMO AD APRILE:
- Alimentari, bevande e tabacchi +3,1%
- Beni e servizi per la comunicazione +3%
- Beni e servizi per la cura della persona -21%
- Beni e servizi per la casa -26,9%
- Beni e servizi ricreativi -79,6%
- Beni e servizi per la mobilità -81,4%
- Abbigliamento e calzature -88,9%
- Alberghi e pasti fuori casa -92,6%
Nell’abbigliamento sono ripartite il 90% delle attività di vendita al dettaglio e il 70% della ristorazione, il 40 % dei dipendenti non è riuscita a riprendere a lavorare, il 50% -60% dei mercati e la totalità dei gioiellieri e dei negozi di arredamento, il settore dell’auto ha registrato la flessione del 97,6% ad aprile (Germania -61.1%, Francia -88.8%, Spagna -96.5%, Regno Unito -97.3%; Usa -46.6%, Messico -64.6%, Brasile -76.8%, Russia -72.8%, Giappone -30.4%, Cina -2.5%).
Cosa ti spinge a cambiare? Cosa vuoi dal tuo lavoro?
In genere la risposta è vivere una vita di qualità, avere la possibilità di crescere, esprimersi, avere più tempo per se stessi e la famiglia e credere in quello che fai per poter dare un contributo. Il tuo desiderio è dunque colmare la differenza tra i tuoi valori e la situazione attuale. A te interessa cambiare per vivere una vita di qualità, ma sei un coraggioso?
La mentalità del lavoratore è cambiata, anche se ancora molti non se ne sono resi conto, in un mondo in costante cambiamento, i livelli si sono elevati e le persone sopportano sempre meno il fatto di dover lavorare in un ambiente che non contribuisca al suo benessere e alla soddisfazione personale.
Se in passato una persona accettava qualsiasi condizione lavorativa perché doveva guadagnare denaro per soddisfare i bisogni primari, oggi i bisogni primari sono già soddisfatti e le persone cercano un ambiente favorevole per poter sviluppare le proprie potenzialità.
In questo periodo di confusione, allungare lo sguardo in avanti e decidere di volere qualcosa di diverso significa andare controcorrente e muoversi sotto una spinta della verità e non della paura.
“La frase più pericolosa in assoluto è: abbiamo sempre fatto così”.
Grace Hopper .
Nel libro Le 7 regole per avere successo c’è una bella metafora, sulla differenza tra manager e leader.
Oggi non basta dare direttive e istruzioni ai propri collaboratori, ma per avere il massimo dalla propria squadra è necessario gestire al meglio se stesso e i rapporti interpersonali.
Tutto questo richiede un salto di qualità non soltanto culturale, perché si passa dal dirigere gli altri a gestire se stesso e gli altri.
I soliti ignoti è un film del 1958 ed è un grande mosaico storico che ci restituisce con leggerezza l’immagine complessa di quell’epoca: un mondo di povertà urbana che resiste nei suoi valori tradizionali all’attacco della nuova società di massa, i protagonisti hanno una doppia identità, divisi tra tradizione e innovazione.
Il gruppo rimane titubante per tutta la durata del film, nessuno riesce con convinzione ad abbracciare quello spirito nuovo che viene riflesso dalla società del benessere, nemmeno il protagonista, “il Pantera”, che solitario in un’opera di autoconvincimento continua a ripetere: «È sc-sc-scientifico!», quindi moderno, quindi giusto, legale, morale.
Sei un coraggioso o hai paura di affrontare il cambiamento?
Dunque la leadership, prima di essere la capacità di guidare gli altri, è l’abilità di guidare se stessi. Non sarai mai leader di qualcun altro se prima non lo sei di te stessa. Essere un leader richiede un senso di dedizione verso se stessi i propri valori, i propri sogni e i propri obiettivi, porta con se alcuni privilegi ma anche tante responsabilità. Infatti più sali più servi! I veri leader sono gli individui che si impegnano per gestire i propri stati d’animo e le proprie emozioni che si assumono la piena responsabilità di chi sono e della propria vita. Anthony Robbins ha dichiarato che il leader è un servitore. La leadership non è un business, la leadership è servire se stessi e gli altri.
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