È la prima volta che ci confrontiamo duramente con un cambiamento così radicale e come devono comunicare le aziende in questo nuovo scenario?
Sono tante le riflessioni che tutti noi stiamo facendo, in questo momento così importante, sia dal punto di vista personale sia imprenditoriale e una cosa è certa continuare a fare le cose come le facevamo ieri non sarà più possibile.
L’emergenza ci chiede dunque di entrare in una modalità straordinaria di comunicazione, con un tono di voce adeguato.
La comunicazione è il motore che muove le relazioni e siamo noi che decidiamo quale andatura tenere e in questo momento dobbiamo tenere un tono moderato, accorto, sicuro.
Il lavoro dei singoli dipendenti in smartworking, porterà a un isolamento emotivo e cosa accadrà alle relazioni con i clienti e i fornitori? Quali implicazioni ci saranno sui diversi stakeholders che a loro volta non sapranno esattamente cosa fare e a chi rivolgersi?
Ci troveremo davanti a un bivio: o restiamo tutti soli o ci diamo una mano a vicenda restando umani.
La fiducia reciproca tra aziende e dipendenti, tra aziende e fornitori, tra aziende e clienti sarà messa a dura prova.
In questo momento stiamo vivendo una situazione complicata ma un conto è pensare che le cose vanno male un altro è che la situazione che stiamo vivendo sia parte di un percorso più ampio dopo il quale c’è la ripresa e poi la vittoria.
Le aziende devono porsi come interlocutore vicino ai dipendenti e ai clienti, che sono prima di tutto cittadini che hanno bisogno di trovare nell’azienda un punto di riferimento chiaro e rassicurante anche per la vita sociale quindi devono comunicare in modo umano e caldo, mettendo in gioco i propri valori.
Le aziende possono essere un centro luminoso di ascolto, motivazione, eduzione emotiva, diplomazia aziendale e devono trasformare l’emergenza in un’occasione di relazione di valore. È il momento di far vivere e agire il proprio scopo aziendale:
- verso i dipendenti per evitare l’isolamento emotivo e tenerli motivati;
- verso i clienti per tenerli coinvolti e non perdere il contatto con loro. Se le aziende perdono il legame emozionale, i danni economici potrebbero essere incalcolabili.
- verso fornitori e stakeholders per mantenere viva la relazione, perché senza contatto costante si perderebbero anni di fatiche.
Cambia la percezione delle priorità e una azienda non può solo usare toni di voce burocratici, bisognerà attivare piani di intervento e di narrazione-comunicazione mirata per:
- definire la policy di intervento;
- preparare i processi di narrazione e i contenuti della comunicazione aziendale per spiegare i cambiamenti in corso e le decisioni aziendali, tenendoli motivati, garantire la continuità delle relazioni con i clienti esterni, i fornitori, gli stakeholders;
- formare i propri manager e le figure apicali a una narrazione chiara, puntuale e mirata, usando coerenza e diplomazia;
- mappare il network complessivo, clienti interni, clienti esterni, stakeholders, fornitori.
Abbiamo bisogno di manager, aziende, istituzioni, politici, leader che incarnino un ethos positivo, portino azioni risolutive.
Infatti dal 4 maggio hanno riaperto molte attività e molte altre dovranno ancora ricominciare e poiché fare le cose come le abbiamo fatte ieri non è più possibile, dobbiamo usare uno stato di coscienza guidato dal bene collettivo.
La differenza tra il crolla e il momento in cui tutto ricomincia là fa il CUORE, diamoci una mano a vicenda, RESTIAMO UMANI.
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